Incentivi prorogati e tasse in aumento: cosa cambia con la Manovra 2020?

Incentivi prorogati e tasse in aumento: cosa cambia con la Manovra 2020?

Incentivi prorogati e tasse in aumento: cosa cambia con la Manovra 2020?

Sono tanti gli incentivi prorogati dalla Legge di Bilancio 2020 ma tra le misure che riguardano la casa spiccano anche le imposte sull’acquisto da privati triplicate e l’aumento della cedolare secca sulle locazioni a canone concordato.

Cosa cambierà dal prossimo anno?

Il Documento programmatico di bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri e consegnato alla Commissione europea contiene molti provvedimenti relativi alla casa, con diverse proroghe degli incentivi ma anche qualche cambiamento che sta suscitando aspre critiche.

La nota positiva della manovra per adesso è sicuramente la conferma di tutti gli attuali Bonus casa, secondo le percentuali di sconto di quest’anno e le stesse soglie massime di spesa.

Infatti sono stati riconfermati:

Stando a quanto ha dichiarato di recente il ministro dello Sviluppo economico Stefano Pauanelli, è addirittura possibile che queste detrazioni vengano rese strutturali: se così fosse, non ci sarà più bisogno di attendere l’annuale manovra di bilancio del Governo per sapere se e in che modo cambierà il pacchetto di incentivi.

E le buone notizie per chi deve fare dei lavori in casa non sono finite qui.

Infatti nel testo della Legge è spuntato a sorpresa il Bonus facciate 2020, un nuovo incentivo che consiste in un credito fiscale del 90% per le spese sostenute per il restauro e il recupero dell’esterno degli edifici, dunque a vantaggio di chi rifà la facciata di casa o del condominio.

Si tratta di una nuova misura strettamente collegata al Piano casa voluto dal ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, per la rinascita delle aree urbane.

Legge di Bilancio 2020: le brutte notizie per i proprietari.

Se da un lato questi provvedimenti hanno fatto tirare un sospiro di sollievo a chi sta pianificando una ristrutturazione, dall’altro il Disegno di legge porta con sé anche delle novità che vanno a scapito delle tasche dei proprietari e che hanno già suscitato dure critiche.

Innanzitutto ci sarà un aumento delle tasse per gli acquisti immobiliari soggetti a imposta di registro, ossia per le compravendite che avvengono da privato: nel 2020 chi compra casa dovrà versare l’imposta ipotecaria e l’imposta catastale pari a 150 euro l’una.

In pratica l’importo è triplicato rispetto ai 50 euro richiesti attualmente per ogni imposta.

Nella stessa manovra è prevista però anche una riduzione del 25% delle stesse imposte per gli acquisti soggetti a Iva, quelli che avvengono direttamente da impresa costruttrice. In questo caso le tasse passeranno da 200 a 150 euro, allineandosi quindi alle compravendite da privato.

Ma la misura che ha sollevato maggiore dissenso è quella relativa all’aumento dell’aliquota della cedolare secca sulle locazioni a canone concordato. Il Governo infatti intende portarla dall’attuale 10% al 12,5%.

Questo significa andare ad intaccare una misura che negli ultimi anni ha contribuito ad una riduzione senza precedenti dell’evasione fiscale nelle locazioni e ha garantito un’offerta abitativa estesa, favorendo l’accesso all’abitazione a quei soggetti che non possono rivolgersi al libero mercato.

I locatori che concedono un immobile in locazione a canone concordato accettano di ricevere un canone più basso in quanto fissato non liberamente ma secondo le soglie indicate negli Accordi Territoriali; aumentare le tasse dal 2020 farà sì che gli accordi fino ad oggi firmati localmente vedranno la richiesta da parte delle associazioni dei proprietari di rivedere i valori.

Il rialzo dei canoni che ne potrebbe derivare è destinato a mettere in difficoltà gli inquilini.

Dunque dall’aumento della cedolare secca non trarranno vantaggio né i proprietari, né gli inquilini, né il settore immobiliare in genere.

Per questo l’Unione Inquilini, Confedilizia e le associazioni di categoria sono già sul piede di guerra, ritenendo il provvedimento un errore clamoroso.

Da parte sua il Governo Conte replica che l’aumento dell’imposta dovuta sui redditi relativi alle locazioni a canone concordato è ridotto rispetto a quello previsto dalla normativa vigente, dato che a partire dal 1° gennaio prossimo l’aliquota sarebbe dovuta salire al 15%.

Magra consolazione per i proprietari, ai quali la Legge di Bilancio presenta un conto davvero salato per il 2020.

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